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Mata e Grifone, storia e leggenda dei Giganti Messinesi

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Mata e Grifone, storia e leggenda dei Giganti Messinesi

Senza alcun dubbio una delle festività più sentite dalla città di Messina è il Ferragosto, che nella città dello Stretto viene festeggiato con la processione della Vara e la “Passeggiata dei Giganti” Mata e Grifone.

Oggi in attesa del prossimo ferragosto vi parleremo di Mata e Grifone, un’autentica storia d’amore tra leggenda e tradizioni popolari.

Tra le varie versioni della leggenda dei giganti Mata e Grifone, la più conosciuta è quella che li considera come fondatori della città di Messina e progenitori della sua popolazione.

Mata, versione dialettale del nome Marta, era una procace ragazza messinese. Grifone, il cui nome originario era Hassan Ibn-Hammar, era un gigante saraceno di fede musulmana a capo di un esercito dedito alla pirateria e alle scorribande violente. Intorno al 964 d.c. , l’esercito guidato da Grifone conquistò la città dello Stretto attraverso la cittadina tirrenica oggi conosciuta come Rometta. Durante una delle sue incursioni, vide Mata e se ne innamorò follemente tanto da andarla a chiedere in sposa al padre, Cosimo II di Castellaccio, ma sia il padre che la stesa Mata rifiutarono la proposta del gigante saraceno.

Nonostante fosse sottoposta a varie torture Mata si ostinò a rifiutare la proposta di Grifone e così si rese conto che l’unico modo per conquistare il suo cuore era pentirsi e cambiare vita. Abbandonò quindi i panni da criminale e dopo essersi convertito al Cristianesimo e fattosi battezzare col nome di Grifo (poi Grifone a causa della sua mole), si dedicò alla coltivazione della terra e alle opere di beneficenza.

Mata, colpita da questo eclatante gesto d’amore, iniziò a guardarlo con occhi diversi fino ad innamorarsene.  La loro unione fu benedetta da numerosi figli, tanto che la tradizione popolare messinese identifica, appunto, il Gigante e la Gigantessa come i progenitori e fondatori della città dello Stretto.

Intorno al 1550, il Senato messinese incaricò il fiorentino Martino Montanini, allievo del Montorsoli, di costruire due statue dedicate a Mata e Grifone, che vennero poi rifatte e restaurate più volte nel corso dei secoli.

Qualche giorno prima di ferragosto, ogni anno, i due giganti a cavallo alti circa otto metri, seguiti da un corteo in costume e dallo squillo di trombe e al suono di tamburi, vengono portati in processione per le vie della città fino a raggiungere la piazza adiacente il Municipio, dove sostano tutto il restante periodo estivo.

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